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Il camice trasparente

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Bill e la cattiva gratuita
Proponiamo il sedicesimo dei diversi aneddoti curiosi sugli animali passati per il suo ambulatorio raccolti, negli anni dalla dottoressa Carla Ricci, veterinaria a Milano Marittima
Quando Bill varcò la soglia dell'ambulatorio un brivido salì lungo la schiena della Veterinaria la quale esclamò "oddio ma cosa è successo a questa povera creatura?".
Bill era un piccolo meticcio, color grigio perla, muso affusolato, zampine esili, uno scricciolo insomma, con due occhietti imploranti aiuto che sembrava dicesse "insomma fate qualcosa".
La donna che accompagnava Bill lo aveva raccolto in campagna lungo un fosso lontano da casa, era tutto sporco di gasolio, impaurito ma nonostante tutto, fiducioso di chi lo avrebbe soccorso. Riferisce la signora, che la codina si muoveva con titubanza, ma che non seppe resistere allo sguardo del meticcetto, accogliendolo amorevolmente tra le sue braccia per soccorrerlo. Un essere disumano aveva cosparso di gasolio la coda di Bill riservandogli un tragico destino, se non fosse riuscito a fuggire dalle grinfie di chi credeva un amico e, caduto dentro un fosso, l'acqua non avesse spento il fuoco che in fretta cercava di raggiungere il suo corpicino. Posto sul tavolo dell'ambulatorio, in un attimo il cane fu circondato da amorevoli cure, e dopo avere applicato un collare Elisabetta per evitare l’ingestione del gasolio (tossico), si eseguirono le terapie del caso. Di seguito armati di molta pazienza, e di un panno imbevuto di una soluzione di apposito solvente, s’iniziò a pulire il mantello del paziente, procedura ripetuta fino ad eliminare le tracce di gasolio. Intanto la signora decide di accudire e assistere Bill fino a completa guarigione e siccome, come recita un proverbio, "tutto è bene quel che finisce bene", vista la disponibilità della signora ad adottare il “meticcetto”, ormai divenuto capofamiglia, gli fu assegnato e applicato un microchip, conquistando così il titolo di familiare.
Una riflessione traiamo da questi sgradevoli episodi, rimaniamo amareggiati nel costatare come la cattiveria umana non abbia limiti né confini e che dagli animali abbiamo sempre qualcosa da imparare, come da Bill, per niente aggressivo durante le cure anzi, continuava a leccarci le mani in segno di gratitudine!
 

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